Lenticchie di Valle Agricola
Lenticchie di Valle Agricola: il legume sostenibile
Il nome di questo legume da granella ha una precisa connotazione territoriale: viene coltivato a Valle Agricola, ai piedi del Massiccio del Matese, nella provincia casertana. In un comprensorio che è inserito nell’area protetta del Parco Regionale del Matese.
In questo borgo dalle antiche origini etrusche, situato a 700 metri sul livello del mare, le lenticchie si continuano a seminare e raccogliere in campo aperto, in piccoli appezzamenti gestiti a livello familiare. Le grandi sfide sono sempre più spesso affidate ai piccoli produttori che con il loro lavoro preservano la biodiversità ambientale e allo stesso tempo la varietà e la ricchezza degli alimenti di cui ci nutriamo. La lenticchia è un cibo povero che è stato coltivato da sempre ma che negli ultimi anni sta cedendo il passo a coltivazioni più redditizie.
Rispetto alle altre varietà, le lenticchie di Valle Agricola hanno delle caratteristiche inconfondibili: dimensioni medie, colore scuro e buccia sottile, il che le rende di facile preparazione ma anche più pregiate per i palati dei buongustai.
Inserite nell’elenco dei prodotti tradizionali della regione Campania, vengono fatte essiccare, conservate in sacchi di tela e cucinate nei piatti della tradizione. Non possono mancare nelle pietanze delle festività natalizie, perché la consuetudine le vuole portatrici di fortuna e di ricchezze. Ma si possono mangiare durante tutto l’anno, da sole oppure con la pasta o le verdure, in prelibati piatti che hanno sempre un sapore antico.
Lenticchie e tradizione
Rinvenute, insieme ad altri reperti, in alcune tombe dell’antico Egitto, le lenticchie sono testimonianza di quanto sia stretto il legame delle coltivazioni umane con questo legume, che nel corso dei millenni è arrivato fino a noi preservando la sua bontà.
Le lenticchie vengono citate anche nel ricettario romano “De re coquinaria” scritto da Marco Gavio Apicio che, nel quinto libro dedicato ai legumi, propone diverse ricette per cucinarle fra cui una in cui consiglia di gustarle insieme a coriandolo, menta, ruta, aceto, miele, mosto cotto, pepe e olio.