Pasticceria artigianale
Pasticceria artigianale: il rispetto per gli ingredienti di qualità
Il sapore è quello dei cibi autentici, il profumo richiama le materie prime, una vera delizia per i palati golosi. I prodotti della pasticceria artigianale campana nascono dal rispetto per gli ingredienti e dal desiderio di sorprendere i consumatori. Con un occhio particolare alla combinazione di antichi e nuovi sapori.
Fichi, limone, miele, farina, uova, arancia, nocciole: tanti gli ingredienti genuini della tradizione campana che vengono esaltati dalle mani esperte di chi ama e rispetta il territorio e con il suo lavoro lo valorizza ogni giorno. Con la passione instillata dalla nonna, quando la domenica mattina preparava la fontana di farina e faceva una magia di ogni elemento. Prodotti dal gusto semplice che possono essere accompagnati dal tè o da un buon vino, per festeggiare un’occasione importante o fare una gustosa sorpresa.
Fra i protagonisti della pasticceria campana si annoverano gli struffoli, palline ottenute dall’impasto di farina e uova che vengono fritte e poi ricoperte di caldo miele. Disposte nel piatto a formare una ciambella e decorate con confetti di zucchero e canditi, allietano le tavole soprattutto nel periodo delle feste natalizie.
Furono probabilmente i Greci a farli conoscere nel nostro territorio, portandoli a Napoli, infatti anche il nome pare trovare le sue radici nel greco: da “strongulus” che significa “arrotondato”, come la forma delle singole palline.
La pasticceria nella storia
Nell’antichità erano pochi gli ingredienti usati in pasticceria e in molti casi con delle combinazioni tanto lontane da quelle più apprezzate dai palati nostrani: un “dolce” composto da farina, vino, miele e formaggio, ad esempio, era citato da Omero.
Nel Medioevo le testimonianze ci parlano di una scarsa se non inesistente arte dolciaria.
A partire dal Trecento, però, esistono notizie di dolci enormi preparati per i banchetti delle famiglie più note: come i 24 castelli di zucchero allestiti per il banchetto nuziale di Lucrezia Borgia (1501). Dal Rinascimento in poi iniziano a diffondersi i dolci tradizionali regionali.